Branduardi canta Yeats (Musiza 1986)  10 ballate su liriche di William Butler Yeats

Traduzione ed adattamenti: Luisa Zappa Branduardi
 

       
1. I cigni di Coole
2. Il cappello Sonagli
3. La canzone di Aengus il vagabondo
4. Il mantello, la barca e le scarpe
5. A una bambina che danza nel vento
6. Il violinista di Dooney
7. Quando tu sarai ...
8. Un aviatore irlandese prevede la sua morte
9. Nel giardino dei salici
10. Innisfree, l'isola sul lago


 


I Cigni di Coole


Belli sono gli alberi nel loro autunno,
nel bosco i sentieri sono asciutti,
un cielo immobile si specchia nell'acqua
quando viene il crepuscolo d'ottobre;
cinquantanove cigni
stanno sul fiume in piena tra le pietre.
E’ giunto a me il diciannovesimo autunno
dal giorno che li contai;
d'improvviso li vidi volare via
in grandi anelli spezzati
e roteando perdersi via
sulle loro ali sonore.
Io le ho viste, creature di luce,
così ora è triste il mio cuore.
Tutto è cambiato da quando io,
per la prima volta su questa spiaggia,
potei udire sul capo come campane il battito delle loro ali,
ascoltando allora io camminavo con passo più leggero.
Vanno instancabili, amanti a coppie,
seguono le fredde correnti amiche,
navigando risalgono nell'aria;
i loro cuori non sono invecchiati,
passione e conquista li accompagnano
dovunque essi vadano vagando.
Ma ora lenti scivolano sull'acqua,
misteriosi e belli;
tra quali giunchi faranno il nido,
presso la sponda di quale lago
porteranno delizia agli occhi degli uomini
il giorno in cui mi sveglierò
e scoprirò che se ne sono volati via?                                       
 

 
Il cappello a sonagli

Mentre il buffone camminava
il giardino immobile restava;
la sua anima pregò di posarsi
alla sua finestra.

Ed i gufi cominciarono a chiamare
quando l'anima si levo`, vestita in blu,
la sua parola era saggia al pensiero
di quel suo passo calmo e leggero.. così leggero.

Ma la regina non le diede ascolto,
si avvolse nella sua camicia,
le pesanti imposte tirò a se
ed il chiavistello abbassò.

Ed il suo cuore lui prego` di andare a lei,
quando i gufi cessarono di chiamare;
in una rossa veste palpitante
lui cantò per lei oltre la soglia... oltre la soglia.

Dolce la sua parola era al sogno
di quella chioma ondeggiante;
ma dal tavolo lei prese il ventaglio
e lo fece volare via.

Ed allora il buffone pensò "io ho il mio cappello a sonagli,
sino a lei io lo manderò ed allora poi io morirò... poi morirò."
Quando al mattino divenne bianco
lasciò il cappello davanti ai suoi passi.

Ed in seno a lei se lo ripose,
sotto la nuvola dei capelli,
una canzone gli cantarono le sue labbra
sinchè le stelle non crebbero nell'aria.

Lei aprì la sua porta e la finestra
l'anima e il cuore lei fece entrare... li fece entrare.
Quello rosso venne alla sua destra,
quella blu alla sua sinistra.

Facevano un rumore come di grilli,
un chiacchierio dolce e saggio.
I suoi capelli erano un fiore ancora chiuso
quiete d'amore era ai suoi piedi... era ai suoi piedi.           
   


La canzone di Aengus il vagabondo
 
Fu così che al bosco andai,
ché un fuoco in capo mi sentivo,
un ramo di nocciolo io tagliai
ed una bacca appesi al filo.
Bianche falene vennero volando,
e poi le stelle luccicando,
la bacca nella corrente lanciai
e pescai una piccola trota d'argento.

Quando a terra l'ebbi posata
per ravvivare il fuoco assopito,
qualcosa si mosse all'improvviso
e col mio nome mi chiamò.
Una fanciulla era divenuta,
fiori di melo nei capelli,
per nome mi chiamò e svanì
nello splendore dell'aria.

Sono invecchiato vagabondando
per vallate e per colline,
ma saprò alla fine dove è andata,
la bacerò e la prenderò per mano;
cammineremo tra l'erba variegata,
sino alla fine dei tempi coglieremo
le mele d'argento della luna,
le mele d'oro del sole. 
                                                


Il mantello, la barca ele scarpe
    
Cosa stai facendo di così bello?
Cosa stai facendo di così lucente?
Faccio un mantello per il Dolore:
bello a vedersi io lo farò
agli occhi di chi lo guarderà...
un mantello per il Dolore
agli occhi di chi lo guarderà.
Cosa costruisci, dandogli vele?
Dandogli vele per volare?
Costruisco una barca per il Dolore:
ché giorno e notte veloce sui mari
vagabondo il Dolore va...
tutto il giorno, tutta la notte
il Dolore se ne va.
Che cosa tessi con quella lana?
Con quella lana così bianca?
Tesso le scarpe per il Dolore:
silenzioso sarà il suo passo
all'orecchio di chi lo ascolterà...
leggero il passo del Dolore,
improvviso e leggero.                                                      

 

A una bambina che danza nel vento


Ora danza là, danza sulla sabbia;
e non ti curare del vento,
non ti curare se fa rumore il mare,
che bisogno c'è?
Ora danza là, asciuga i tuoi capelli,
gocce di sale li hanno bagnati;
tu sei così giovane e ancora non conosci,
ora danza là.
Tu il trionfo dello sciocco non sai,
o la perdita dell'amore appena nato,
né perché mai il migliore se ne va
e lascia il grano da legare.
Ora danza là, danza sulla sabbia,
tu non ti curare del vento;
non devi temere se ora vuol gridare,
che bisogno c'è?                                                              
 


Il violinista di Dooney


Come le onde del mare, come le onde del mare
balla la gente quando suono il mio violino.
Mio cugino è prete a Kilvarnet,
mio fratello è prete a Mocharabuiee.
Ma io ho fatto più di mio fratello e mio cugino:
leggono nei libri di preghiere,
io leggo nei miei libri di canzoni
che ho comperato alla fiera di Sligo.
Quando alla fine dei tempi
noi ci presenteremo a Pietro,
andremo da lui seduto in maestà,
allora lui sorriderà ai nostri tre vecchi spiriti,
ma chiamerà me per primo oltre il cancello.
Perché sempre allegri sono i buoni,
salvo che per cattiva sorte,
e la gente allegra ama il violino,
la gente allegra ama ballare.
Quando mi vedono arrivare,
corrono da me tutti gridando:
"Ecco il violinista di Dooney!
Vengono a ballare come le onde del mare.   
                            
 

Quando tu sarai

Quando tu sarai vecchia e grigia,
col capo tentennante
ed accanto al fuoco starai assonnata,
prenderai questo libro.
E lentamente lo leggerai, ricorderai sognando
dello sguardo che i tuoi occhi ebbero allora,
delle loro profonde ombre.
Di quanti amarono la grazia felice
di quei tuoi momenti
e, d'amore falso o a volte sincero,
amarono la tua bellezza.
Ma uno solo di te amò l'anima irrequieta,
uno solo allora amò le pene del volto tuo che muta.
E tu, chinandoti verso le braci, sarai un poco triste,
in un mormorio d'Amore dirai,
di come se ne volò via...
passò volando oltre il confine di questi alti monti
e per sempre poi il suo volto nascose
in una folla di stelle.                                                              



Un aviatore irlandese prevede la sua morte


lo lo so che sarà là, da qualche parte tra le nuvole,
sarà là che incontrerò alla fine il mio destino;
io non odio questa gente che ora devo combattere,
e non amo questa gente che io devo difendere;
il mio paese è Kiltartan Cross,
la mia gente i suoi contadini,
nulla di tutto ciò può renderli più o meno felici.
Né la legge né il diritto mi spinsero a combattere,
non fu la politica, né l'applauso della folla.
Un impulso di gioia fu, un impulso solitario
che mi spinse un giorno a questo tumulto fra le nuvole;
nella mia mente ho tutto calcolato, tutto considerato,
e gli anni a venire mi sono sembrati uno spreco di fiato,
uno spreco di fiato gli anni che ho passato
in paragone a questa vita, a questa morte                                 
 


Nel giardino dei salici
 
Nel giardino dei salici ho incontrato il mio amore;
là lei camminava con piccoli piedi bianchi di neve.
Là lei mi pregava che prendessi l'amore come viene,
così come le foglie crescono sugli alberi.
Così giovane ero, io non le diedi ascolto;
così sciocco ero, io non le diedi ascolto.

Fu là presso il fiume che con il mio amore mi fermai,
e sulle mie spalle lei posò la sua mano di neve.
Là lei mi pregava che prendessi la vita così come viene,
così come l'erba cresce sugli argini del fiume;
ero giovane e sciocco ed ora non ho che lacrime.                  
    
 
 
Ed ecco ora mi alzerò, a Innisfree andrò,
là una casa costruirò, d’argilla e canne io la farò:
là io avrò nove filari ed un alveare, perché le api facciano miele.
E là da solo io vivrò, io vivrò nella radura dove ronzano le api.
E là io pace avrò: lentamente, goccia a goccia,
viene dai veli del mattino fino a dove il grillo canta;
mezzanotte là è un balenio, porpora è mezzogiorno
e la sera è un volo di uccelli.
Ed ecco ora mi alzerò, perché sempre notte e giorno
Posso sentire l’acqua del lago accarezzare la riva piano;
mentre in mezzo ad una strada io sto, sui marciapiedi grigi,
nel profondo del cuore questo io sento…

                       
                                        

 

 

 

 

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