Gulliver, La Luna e altri disegni (Polydor 1980)   

1. La luna
2. Tanti anni fa
3. Donna mia
4. Gli alberi sono alti
5. Notturno
6. Gulliver
7. Rifluisce il fiume
8. Confessioni di un malandrino
9. Primavera
10. La danza
 



La Luna

(Angelo Branduardi)

Un giorno all’improvviso
la luna si stancò
di guardare il mondo di lassù…
Prese una cometa
e il volto si velò,
e fino in fondo al cielo camminò…
E sorpresa fu
che la bianca distesa
non fosse neve…
Eran solo sassi
e i piedi si ferì,
piangendo di nascosto, lei fuggì…
Affrontare il mondo
a piedi nudi non si può,
e dall’alto a guardarlo lei restò…
E sorpresa non è più
che la bianca distesa
non sia neve…                       


Tanti anni fa
(Angelo Branduardi)

Nelle acque di quel lago
la mia donna si bagnava.
Poi sciogliendosi i capelli
una storia raccontava;
di un castello in fondo al lago
tanti anni fa, tanti anni fa,
Ed io ora ve la canto…
E fu un giorno a mezza estate
ed il sole ci scaldava,
io all’ombra di quei rami
al suo canto mi assopivo;
spesso questo ci accadeva
tanti anni fa, tanti anni fa,
ed io ora ve lo canto…

Era sera sai, era sera ormai
e di colpo mi svegliai;
Era sera sai, era sera ormai
e da solo mi trovai…
nel lago, forse per curiosità
lei scese…
Dal lago, so che un giorno salirà,
per me…

Era sera sai, era sera ormai,
e di colpo mi svegliai;
Era sera sai, era sera ormai,
e io solo mi trovai…

Nelle acque di quel lago
la mia donna si bagnava;
tanti anni fa, tanti anni fa…
tanti anni fa, tanti anni fa…        

        
Donna mia
(Angelo Branduardi)


Il tuo vestito lungo
che sfiora il prato,
e quella tua dolcezza
che si è vestita a festa
io l’ho riconosciuta, donna mia…
Dal sogno il passo è stato breve
se ti ho seguito non ricordo
senza vederti ti ho sognato, donna mia…
Le tue mani antiche
si aprono lievi,
mi porgi i tuoi frutti,
la tua terra è ricca,
non ti ho aspettato invano, donna mia…
Se ti ho seguito non ricordo,
senza fatica ti ho creduto,
senza dolore mi hai voluto, donna mia…
I tuoi occhi larghi
cancellano i segni;
mi guardi ed io non fuggo,
mi ascolti ed io mi chino.
Non ti ho sorriso invano, donna mia…
Mai niente è andato perduto,
se ho avuto freddo non ricordo,
senza vederti ti ho toccato, donna mia…        

       
Gli alberi sono alti
(Trad. - Angelo Branduardi)

Gli alberi sono alti, le foglie crescon verdi;
da quanto tempo non vedevi il tuo amore,
da tanto ed oggi è tornato tutto solo,
è giovane, ma crescerà.

Padre, o padre, mi hai fatto un grave torto,
mi hai dato in moglie a chi è poco più di un bimbo,
ha quindici anni ed io già quasi venti,
è giovane, ma crescerà.

Figlia, o figlia, non ti ho mai fatto torto,
ti ho dato in moglie al figlio di un signore,
il tuo bambino sarà ricco e rispettato.
È giovane, ma crescerà.

Padre, o padre, domani sarò sola:
lo manderanno lontano un anno ancora,
e al suo ritorno avrà un figlio a lui straniero,
è giovane, ma crescerà.

Ieri, al mattino, seduta al tuo balcone
spiavi i ragazzi giocare per la strada,
il tuo vero amore di loro era il più bello.
È giovane, ma crescerà.

Un anno dopo aveva preso moglie,
il tempo passa ed è padre di un bambino,
il tempo corre ed il tuo fior sulla sua tomba
È giovane, ma crescerà.                              

 


Notturno
(Angelo Branduardi)

Dormono le cime dei monti, dormono le valli,
le famiglie dei rettili nella nera terra.
Dorme la belva e la stirpe delle api,
gli uccelli dalle lunghe ali…
Dormono le cime dei monti, dormono le valli,
i mostri negli abissi del rosso mare.
Dorme la belva e la stirpe delle api,
gli uccelli dalle lunghe ali…

Con il resto dei tuoi sogni
costruisci una nave,
con il resto dei tuoi sogni
hai tessuto le vele,
per vederla scivolare sul fiume
mentre siedi ad aspettare
di vederla risalire…
Con il resto dei tuoi sogni
costruisci una nave,
con il resto dei tuoi sogni
hai tessuto le vele,
per vederla scivolare sul fiume
mentre siedi ad aspettare
di vederla risalire…                 

(Luisa Zappa - Angelo Branduardi)

Venite tutti, che strana meraviglia il mare ci portò,
venite tutti, è Gulliver il grande che il mare ci portò.
Addormentato davanti a noi Gulliver il grande
è una nera montagna che
ci toglie il sole.
E’ Gulliver il grande che il mare ci portò.
Così curioso davanti a noi
l’uomo montagna ci guarda già,
venite tutti ad ammirare
la meraviglia vista mai.
Gli uomini piccoli pensano già
che la sua forza li aiuterà,
Gulliver il grande si chiede già
in quale altro mare naufragherà.
Venite tutti, che strana meraviglia il mare ci portò,
venite tutti, è Gulliver il nano che il mare ci portò.
Di freddo trema davanti a noi Gulliver il nano
Ma i suoi occhi cercano già
i nostri volti
È Gulliver il nano che il mare ci portò.
Venite tutti ad ammirare
la meraviglia con cui giocare,
così indifeso davanti a noi
come un bambino a cui insegnare.
E mentre invece dentro di sé
del nostro aspetto lui ride già
Gulliver il nano sognando sta
un altro mare per naufragare.           
 
(Angelo Branduardi)

Cosa dice il monte alla neve
che si scioglie e va ;
non racconta poesie, ma sa…
Rifluisce il fiume
se la neve va
foglie erbe e fiori
e la pioggia lo bagnerà ;
il cerchio della vita
Lei a lui riunirà…
Cosa dice alla madre il figlio
che crescendo va.
Non racconta poesie, ma sa…
Rifluisce il fiume
se la neve va
scendono i sentieri
fino al punto che li unirà
Il cerchio della vita
lei a lui riunirà…

E niente mai perduto va
al centro tornerà…

Cosa dice il ramo alla foglia
Che ad autunno va.
Non racconta poesie, ma sa…
Rifluisce il fiume
se la neve va
di certo a primavera
come gemma lei tornerà.
Il cerchio della vita
lei a lui riunirà…
Cosa dice il vecchio alla morte
che in attesa sta.
Non racconta poesie, ma sa…
Rifluisce il fiume
se la neve va
danzano le cose
e la danza non finirà.
Il cerchio della vita
lei a lui riunirà…

E niente mai perduto va
al centro tornerà… 

                          
Confessioni di un malandrino

(Sergej Esenin - Angelo Branduardi)

Mi piace spettinato camminare
col capo sulle spalle come un lume,
così mi diverto a rischiarare
il vostro autunno senza piume.

Mi piace che mi grandini sul viso
la fitta sassaiola dell’ingiuria.
Mi agguanto solo per sentirmi vivo
al guscio della mia capigliatura.

Ed in mente mi torna quello stagno
che le canne e il muschio hanno sommerso
ed i miei che non sanno di avere
un figlio che compone versi.

Ma mi vogliono bene come ai campi
alla pelle, ed alla pioggia di stagione.
Raro sarà che chi mi offende scampi
dalle punte del forcone.

Poveri genitori contadini
certo siete invecchiati e ancor temete
il signore del cielo e gli acquitrini,
genitori che mai non capirete
che oggi il vostro figliolo è diventato
il primo tra i poeti del paese,
ed ora in scarpe verniciate
e col cilindro in testa egli cammina.

Ma sopravvive in lui la frenesia
di un vecchio mariuolo di campagna,
e ad ogni insegna di macelleria
alla vacca s’inchina, sua compagna.

E quando incontra un vetturino
gli torna in mente il suo concio natale.
E vorrebbe la coda del ronzino
regger come strascico nuziale.

Voglio bene alla Patria,
benché afflitta di tronchi rugginosi;
m’è caro il grugno sporco dei suini
e i rospi all’ombra sospirosi.

Son malato d’infanzia e di ricordi
e di freschi crepuscoli d’aprile,
sembra quasi che l’acero si curvi
per riscaldarsi e poi dormire.

Dal nido di quell’albero le uova
per rubare salivo fino in cima,
ma sarà la sua chioma sempre nuova
e dura la sua scorza come prima;
e tu mio caro amico vecchio cane
fioco e cieco ti ha reso la vecchiaia,
e giri a coda bassa nel cortile,
ignaro delle porte dei granai.

Mi son cari i miei furti di monello
quando rubavo in casa un po’ di pane,
e si mangiava come due fratelli,
una briciola l’uomo ed una il cane.

Io non sono cambiato,
il cuore ed i pensieri son gli stessi
sul tappeto magnifico dei versi
voglio dirvi qualcosa che vi tocchi.

Buona notte! La falce della luna,
sì cheta mentre l’aria si fa bruna
Dalla finestra mia voglio gridare
contro il disco della luna.

La notte è così tersa,
qui forse anche morire non fa male.
Che importa se il mio spirito è perverso
e dal mio dorso penzola un fanale.

O Pegaso decrepito e bonario
il tuo galoppo è ora senza scopo.
Giunsi come un maestro solitario
e non canto e non celebro che i topi.
Dalla mia testa come uva matura
gocciola il folle vino delle chiome…
Voglio essere una gialla velatura
gonfia verso un paese senza nome.                 
 
(Angelo Branduardi)

Ed ora sciogliti i capelli
che ti coprano le spalle
e si avvolgano ai tuoi fianchi
hai dormito un lungo inverno
ora vesti la tua gioia.
Inginocchiati alla fonte
E purifica le labbra
dal sapore di quel sonno
hai sognato un lungo inverno
ora bevi la tua gioia.
ora sei la nube che va
sei l’erba, il fiore
l’uccello che oggi tornava.
Se sei uomo o donna, chissà
o la farfalla che oggi le ali tingeva…
E le tue mani sono dolci inganni.
I tuoi passi non han tempo
stai vivendo senza età
vuoi danzare fino a sera
vuoi amare fino all’alba
Che la gioia sia con te…
E le tue mani sono dolci inganni.              


La Danza
(Angelo Branduardi)

E gira e va
E balli la danza
Ti ritrovi già…
più in là, più in la…                  

 

 

 

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