( Luisa Zappa - Angelo Branduardi)
Viveva già molto tempo fa
la lepre con la volpe e la scimmia…
Non ricordo chi ne raccontò la storia,
molti anni fa.
Per tutto il giorno giocavano felici
su per colline e giù per i prati
e a sera si stringevano vicini,
per affrontare il buio della notte.
Chissà chi me lo raccontò…
Veniva per la stesa via
un vecchio che a sé li chiamò:
“Chi di voi tre mi aiuterà
sarà da me premiato”.
Volpe e scimmia si diedero da fare,
mentre la lepre continuava a giocare:
correva per i prati spensierata
a dai suoi stessi amici fu tradita.
Chissà chi me lo raccontò…
Davanti al cibo che gli fu servito
il vecchio certo pensò:
“Povera lepre ti han tradita
gli amici che tu amavi”.
Volpe e scimmia si guardarono stupite
mentre la lepre col vecchio se ne andava;
da allora sempre gioca spensierata
là in alto, nel palazzo della luna.
Viveva già, ma è tempo fa…
la lepre con la volpe e la scimmia.
Non ricordo chi mi raccontò
la storia, molti anni fa
di come la lepre un giorno li lasciò
e nella luna a vivere se ne andò:
correva per i prati spensierata
e dai suoi stessi amici fu tradita.
Chissà chi me lo
raccontò…
La bella dana senza
pietà
( Luisa Zappa - Angelo Branduardi)
Guarda com’è pallido
Il volto che hai,
sembra tu sia fuggito dall’aldilà…
Vedo nei tuoi occhi
profondo terrore,
che bianche e gelide mani tu hai..
Guarda come stan ferme
Le acque del lago
Nemmeno un uccello che osi cantare…
“E’ stato in mezzo ai prati
che io la incontrai
e come se mi amasse lei mi guardò”.
Guarda come l’angoscia
Ti arde le labbra,
sembra tu sia fuggito dall’aldilà…
“E’ stato in mezzo ai prati
che io la incontrai
e come se mi amasse lei mi guardò”.
Che bianche e gelide
dita tu hai…
“Quando al mio fianco
lei poi si appoggiò,
io l’anima le diedi
ed il tempo scordai.
Quando al mio fianco
lei poi si appoggiò…”.
Che bianche e gelide
dita tu hai…
“Al limite del monte
mi addormentai
fu l’ultimo mio sogno
che io allora sognai:
erano in mille e mille di più…”.
Che bianche e gelide
dita tu hai…
“Erano in mille
e mille di più,
con pallide labbra
dicevano a me:
- Quella che anche a te
La vita rubò, è lei,
La bella dama senza pietà”.